A proposito di pignoli:
Dal sito di Motonline.com:
D: Da alcune notizie sembrerebbe che i caschi costruiti in fibra, anche quelli più prestigiosi come Shoei ed Arai, abbiano durata limitata per quanto riguarda una la loro piena efficenza. Potreste cortesemente chiarire se ciò è vero e quali sono le normative in vigore o di imminente uscita riguardanti l`omologazione e la durata dei caschi? Salvatore Galdy
R: Per la verità, i caschi che subiscono una degradazione della calotta nel tempo sono quelli costruiti con resine termoplastiche, che è bene sostituire ogni 3-4 anni. Le calotte in fibre composite non hanno questo problema. Bisogna però tenere conto che l`imbottitura interna di polistirolo subisce durante l`uso uno schiacciamento che porta nel tempo a una deformazione permanente, riducendo quindi la sua capacità di assorbire gli urti. Per questo è necessario periodicamente verificare o far verificare da una persona qualificata lo stato del proprio casco, ed eventualmente sostituirlo. Un lampeggio Alberto Dell`Orto.
Mentre da quello di BlogUp (Moto):
Mi appresto ora a parlare della durata della “vita” di uno strumento indispensabile a tutti noi motociclisti: il casco. Come ben sappiamo, ne esistono di diversi modelli, come l’integrale, il modulare, il jet, da enduro…. Ma quanto può realmente durare? Si sa che in seguito ad una caduta, è possibile che la struttura interna di assorbimento dell’urto si deformi.
Per prima cosa possiamo dire che, in qualsiasi momento, è possibile effettuare un controllo dell’integrità della calotta del casco: soluzione sicura ed economica per verificarne lo stato. La prova può essere effettuata in un qualsiasi negozio che sia attrezzato con gli adeguati macchinari. In secondo luogo, analizziamo le differenze nel materiale impiegato per la costruzione della calotta per notare come influenzino sulla vita naturale del casco:
• se la calotta è costruita in termoplastico (ad esempio, policarbonato), essa subisce un decadimento molecolare che va a inficiare le caratteristiche meccaniche di progetto e dopo i classici 5 anni si ritiene che non superi più gli stessi test di fabbrica e di omologazione. Questo vale anche se il materiale è venuto a contatto di solventi (tenendo conto che anche l’acqua è considerato un solvente, anche se non aggredisce in modo “repentino” i materiali).
• se in fibra di vetro (magari rinforzato con fibre di kevlar e/o carbonio), pare che addirittura migliori col tempo. Ulteriore vantaggio deriva dal fatto che si tratta di un materiale piuttosto resistente ai solventi, tant’è vero che può essere tranquillamente verniciato.