Intanto diciamo che qui sul forum, grazie al fatto di essere accomunati da una passione forte quale la moto, certi toni tendono ad addolcirsi (ma non sempre a sparire, e ci mancherebbe, siamo esseri umani, non androidi).
In Italia il divario e la diffidenza tra nord e sud hanno ragioni soprattutto storiche, e poi anche economiche e culturali, abbastanza precise, ma non così tanto da evitare che periodicamente arrivi qualche genio a spiegarci una nuova teoria (ad es. negli ultimi tempi va di moda al sud dire che "sotto i Borbone si stava bene!").
Ci vorrebbero migliaia di pagine per spiegarle, queste ragioni, dettagliatamente, e lasciamo perdere.
Come giustamente è stato detto, ogni luogo del mondo ha il suo sud e il suo nord, le sue diffidenze e i suoi odi.
Non avevo intenzione di intervenire in questo thread, ma solo di leggere; senonchè mi è capitato sotto gli occhi il discorso funebre che Bruce Springsteen (musicista che, tra l'altro, mi lascia piuttosto indifferente) ha fatto per il suo sassofonista Clarence "C" Clemons. C’è anche il risvolto razziale della loro amicizia.
«Credo di aver protetto "C" da un mondo dove non era facile essere grosso e nero. Il razzismo c’è sempre stato e lo abbiamo vissuto. E penso che "C" mi abbia protetto da un mondo in cui non era facile essere un ragazzo bianco insicuro, strano e magrissimo. Ma messi assieme eravamo cazzuti»
Il punto è proprio quello di essere abbastanza adulti da accogliere e rendere una fonte di stimolo, e non di irritazione, le differenze. A volte queste sono incomprensibili e frustranti (ad es. "perchè i colombiani che abitano di fronte casa mia devono tenere la sera tardi la loro musica salsa a tutto volume?"; "perchè quando vado in Tirolo e arrivo ad un rifugio se c'è un gruppo chiassoso 9 volte su 10 sono napoletani?"); ma basta fare la cosa più difficile, e cioè capire che in fondo condividiamo la cosa più importante, e cioè il vivere assieme su questo briciolo di spazio che chiamiamo Terra.
E quindi imparare a fare nostre le differenze.
A quel punto saremo pronti all'impensabile.
Ad esempio, voler bene ad un ducatista.