Il 12 giugno 2011 sarai chiamato a votare, è un'occasione rara per far sentire la tua voce e NON FAR DECIDERE TUTTO AI POLITICANTI.
I 4 quesiti Referendari Abrogativi. Vediamone il significato. Per ciascun quesito si riporta prima la versione che troveremo scritta sulla scheda, nel linguaggio incomprensibile degli esperti di legge, e poi una spiegazione con parole semplici, fino ad una sintesi finale:
LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Dopo la dichiarazione di parziale incostituzionalità della legge sul legittimo impedimento, la Corte di Cassazione ha autorizzato, con ordinanza, lo svolgimento del referendum.
"Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?".
Se vincono i SI, il parlamento dovrà abrogare la legge, nota come legittimo impedimento, che consente agli avvocati del presidente del consiglio dei ministri (attualmente silvio berlusconi), di ritardare le udienze in tribunale del loro assistito, per motivi istituzionali. Nella sua versione originaria, questa legge è stata abusata, poichè gli
avvocati di silvio berlusconi hanno fatto richiesta di rinvio non solo per importanti impegni istituzionali, ma anche (per fare un esempio calzante) per modeste inaugurazioni di piccole opere pubbliche sconosciute alla maggior parte dei cittadini. La Corte Costituzionale, interessata da un ricorso dell'IDV, ha ristretto il campo di applicazione
della legge, dando facoltà ai giudici di valutare caso per caso se l'impedimento del premier è veramente legittimo, cioè se è impegnato su faccende serie, di interesse pubblico, che giustificherebbero la sua assenza dal tribunale come imputato, oppure se si sta prendendo gioco della magistratura. Tuttavia questo comporta un onere aggiuntivo per la magistrtura, chiamata a valutare materie più ampie di quelle da cui è già oberata, e pone il rischio di una sentenza (di assoluzione o di condanna) che, per una sola persona, non arriva mai, comportando il
rischio di prescrizione. Quindi pone il presidente del consiglio in una condizione di superiorità rispetto agli altri cittadini, tradendo lo spirito della costituzione: "La legge è uguale per tutti".
Votando SI, si ristabilisce questo principio, togliendo un privilegio ad una carica istituzionale che, se operasse realmente e correttamente per il bene comune, non ne avrebbe neanche bisogno.
IN BREVE, SE VUOI CHE ANCHE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI POSSA ESSERE PROCESSATO SE VA CONTRO LA LEGGE, VOTA SI.
NUCLEARE
Si tratta di una parte del decreto legge recante "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge "con modificazioni" il 6 agosto dello stesso anno.
"Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?".
Se vincono i SI, il parlamento dovrà abrogare la legge che di fatto reintroduce la possibilità per il governo di scegliere con procedura urgente le installazioni nucleari sul territorio nazionale. Questa eventualità era stata cancellata da un referendum del 1987 in cui i cittadini italiani si espressero contro il nucleare (era anche quello un
referendum abrogativo ed espressero il loro SI all'abrogazione della legge in vigore all'epoca). Con la scusa della "procedura urgente" si era messo in moto nei mesi scorsi tutto un meccanismo di leggi e regolamenti che consentiva, per dirne una, di fare le centrali anche contro la volontà delle popolazioni locali e delle Regioni. Questo sopruso è stato corretto in parte dalla Corte Costituzionale, che ha reso obbligatorio ma non vincolante il parere delle regioni. Il problema è che anche se il governo dice che si prende pause di riflessione e che terrà conto del parere della popolazione, non ha modificato nulla della legge, e perciò il parere resta non vincolante e tutto il resto sono promesse fatte a voce che si possono rimangiare. Avere una centrale nucleare vicino casa comporta rischi costanti e la possibilità, nel caso di incidente, dover lasciare per sempre la propria casa, le proprie cose, perfino gli animali domestici, per diventare uno sfollato.
IN BREVE, SE VUOI EVITARE CHE SI COSTRUISCANO CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA, VOTA SI.
ACQUA 1
Il primo quesito sulla privatizzazione dell'acqua riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
"Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010
della Corte costituzionale?".
Se vincono i SI, il parlamento dovrà abrogare la legge che di fatto privatizza l'acqua pubblica, cioè di bacini di raccolta ed acquedotti. Per molto tempo, prima di questa legge, gli acquedotti sono stati a gestione pubblica, con analisi periodiche e tariffe contenute. Da quando è in vigore questa legge, alcune regioni hanno privatizzato l'acqua,
cioè dato in gestione gli acquedotti a società private. Di fatto si è avuto un aumento delle tariffe fino a triplicarsi in alcune regioni (quindi sono arrivate delle bollette che sono una vera mazzata), senza che i privati abbiano aumentato l'efficienza del servizio o dato migliori garanzie sul trattamento dell'acqua. L'acqua, infatti, è un bene
fondamentale, senza il quale non potremmo vivere, e deve essere il più possibile pura. I privati hanno interesse a guadagnare di più, non a far stare bene la gente, perciò sono state riscontrate delle diminuzioni della qualità e della purezza dell'acqua.
IN BREVE, SE VUOI CHE L'ACQUA COSTI IL GIUSTO E SIA DI QUALITà, VOTA SI.
ACQUA 2
Il secondo quesito riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene proposta una abrogazione parziale della norma.
"Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?".
Se vincono i SI, il parlamento dovrà abrogare l'articolo della legge citata che consente ai privati di stabilire aumenti di tariffe dopo averli giustificati con investimenti. L'Italia è uno dei paesi più corrotti al mondo, cosa impedisce di triplicare le tariffe, come già avvenuto, adducendo costi inesistenti o gonfiati? Specie poi considerando
che per reati finanziari o societari esiste un'impunità di fatto, con sentenze ridicole e tardive.
IN BREVE, SE VUOI PAGARE L'ACQUA AD UN GIUSTO PREZZO, SENZA AUMENTI INGIUSTIFICATI O ARBITRARI, VOTA SI.
Fonte: gruppionline.org
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