Macerata, 2 febbraio 2011 - Con un solo viaggio, tornando da Milano a San Severino, aveva rimediato sei multe per eccesso di velocità, per le quali avrebbe dovuto dire addio alla patente e pagare 1.300 euro di multa. Ma con un ricorso dal giudice di pace è riuscito a farsele annullare tutte, mettendo in dubbio l’attendibilità dei tutor.
A gabbare il sistema autostradale per il controllo della velocità è stato un settempedano, Andrea Panichelli, 38 anni, dipendente di una ditta di carburanti. Il 29 luglio andò a Milano per lavoro. E al rientro, di notte lungo l’autostrada, prese sei multe (217 euro ciascuna) per eccesso di velocità, grazie ai tutor lungo il tragitto. Ma lui ha deciso di opporsi. In teoria, Panichelli avrebbe dovuto contestare le sanzioni alle varie prefetture che le avevano irrogate, e cioè Bologna, Modena, Reggio Emilia, Forlì-Cesena, Ravenna e Parma. Invece grazie al suo legale, l’avvocato Marco Massei, ha presentato un solo ricorso, al giudice di pace di San Severino. L’avvocato infatti ha sostenuto che, dato che il tutor calcola la velocità media su un tratto di strada piuttosto lungo, è impossibile dire dove sia stata commessa l’infrazione, e quindi stabilire la competenza.
Per cui il legale ha chiesto di applicare il codice del consumatore, che consente di presentare il ricorso al tribunale più vicino al ricorrente. E il giudice di pace ha accolto questa prima questione. Nel merito, poi, Massei ha mosso due rilievi alle sanzioni. Il primo riguarda la misurazione della velocità. Con l’autovelox, la velocità misurata dalla macchina viene ridotta di un 5%, considerato una specie di margine di errore. E anche col tutor si applica la stessa percentuale. Invece quando la sanzione viene irrogata dal casellante dell’autostrada, che in base all’orario di ingresso e a quello di uscita desume che un automobilista ha superato i limiti di velocità, il calcolo viene fatto applicando una riduzione del 20%. Questo perché si tratta di una media stimata su un tratto di strada lungo, e si ritiene giusto applicare un margine di tolleranza.
L’avvocato Massei ha dunque sostenuto che anche al calcolo del tutor bisognava applicare la riduzione del 20% e non quella del 5 usata con l’auovelox. Poi, il legale ha rilevato che i tutor dovrebbero essere sottoposti a continue verifiche di ditte specializzate, cosa che però le 4 prefetture che si erano costituite in giudizio non hanno potuto dimostrare. E in base a questi rilievi, ieri il giudice Casadidio ha annullato le sei multe, condannando le prefetture a pagare anche le spese del giudizio.
Paola Pagnanelli
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