Qualunque gomma touring con intagli profondi, a condizione che sia prodotta da marca nota, è adatta allo scopo. Z8 ed Angel sono eccellenti, ma personalmente ritengo che la migliore tenuta su fondo bagnato la garantiscano le Michelin (Pilot Power 3, più sportive, e Pilot Road 3, più turistiche). Le vecchie Diablo Strada, con tutti i loro limiti, non erano male, anche considerando il rapporto qualità/prezzo... ma sono ormai fuori produzione, e bisognerebbe aver fortuna per trovarne un treno più recente di 3 anni (!)
Tieni comunque presente che, quando si parla di guida su fondo viscido o bagnato, è il pilota a contare davvero (più che non la gomma), come insegna il Sommo Maestro (leggesi Valentino)... Per noi miseri mortali ciò si traduce nella necessità imperativa di stare all'erta ed impiegare la massima prudenza. Ossia:
a) Ridurre la velocità - per limitare il rischio di acqua-planning -, anche e soprattutto in autostrada. Aumentare l'andatura per bagnarsi meno è sbagliato, oltre che pericoloso (tutt'al più ciò può funzionare se ci si trova su una moto carenata, ma su di una naked totale come la Horny non serve proprio). Al limite, meglio fermarsi sotto un cavalcavia o ad una pompa di benzina.
b) Tenere a mente che i primi 5 minuti di pioggia sono i più pericolosi, in quanto i residui oleosi che lo smog lascia a terra, riattivati dall'acqua, non sono ancora stati inghiottiti dalle fogne.
c) Anche nel caso si percorra una strada ben conosciuta, limitare la piega, tenendo a mente che, anche se l'impronta a terra del pneumatico è la medesima che sull'asciutto, l'aderenza può variare pericolosamente in rapporto allo spessore del cuscino d'acqua presente sul fondo.
d) Rispettare i tempi di warm-up della gomma (ognuna di esse ha caratteristiche sue proprie: Pirelli e Metzler entrano in temperatura più rapidamente, ma più rapidamente si raffreddano in caso di sosta prolungata. Michelin richiede tempi maggiori per raggiungere un'aderenza ottimale. Dunlop ancora di più.), stando bene attenti anche alle manovre a bassa velocità.
e) Tombini, superfici metalliche, sampietrini e porfidi vari, pavimentazioni trattate con lacche e/o linoleum (comunissimi nei garage), a tacere della famigerata segnaletica "a terra", costituiscono in caso di pioggia pericoli reali. Io le tratto come suolo ghiacciato, e mi comporto di conseguenza.
f) Anche se non è un problema della Hornet - quantomeno non del 600 -, data l'estrema morbidezza dell'erogazione, evitare in caso di pioggia smanettate brusche di gas che possano compromettere la stabilità del posteriore. Ugualmente, evitare a ragione ancora maggiore staccate "ignoranti" (vedi cos'è successo a Lorenzo dieci giorni fa a Misano), frenate non indispensabili ecc. In caso di necessità è possibile ricorrere,
con la massima prudenza, al freno posteriore, specie per modificare le traiettorie in caso di svolte strettissime nelle zone cittadine.
Tutto ciò premesso, quando mi capita di confrontarmi con qualche scooterista - categoria che non riscuote in genere la mia simpatia -, che magari decanta le virtù protettive del suo "mezzo", rispondo invariabilmente che una moto è mille volte più sicura, in caso di pioggia, e che gli standard raggiunti oggi garantiscono la possibilità per chiunque di guidare tranquillamente su fondi bagnati o insidiosi (credete che i 180 posteriori li abbiano messi per bellezza? Uno che ha guidato per anni una vecchia Harley gommata con il 130 - e con la gran parte delle masse arretrate - sul pavè umidiccio del centro di Bologna può assicurarvelo!).
Buona strada ragazzi, e non dimenticate la cerata di gomma!
Lamps
Piero