ho trovato questo, cock, al momento. Il sunto mi sembra sia:
se non conti di passare per la svizzera per i prossimi cinque anni, non pagare... altrimenti, paga Pene fino a tre anni per gli stranieri che non conciliano
le contravvenzioni. Insorge l'ufficio gip di Milano che riceve decine di rogatorie: impossibile smaltire tutte le richieste da Milano Emilio Randacio (ITALIA OGGI 06/12/2003)
Caro cittadino italiano, se intendi rimettere piede sul territorio svizzero nei prossimi cinque anni, ti consigliamo di pagare la multa per eccesso di velocità. Firmato: le autorità elvetiche. Recita più o meno così la lettera recapitata a decine di automobilisti italiani colpevoli di aver superato i limiti di velocità oltreconfine (50 chilometri nei centri urbani, 120 in autostrada). Soprattutto negli ultimi mesi, al Tribunale di Milano, l'attività dell'ufficio Gip comprende anche una serie inusitata di rogatorie: almeno venti solo nel mese di novembre. Ai giudici milanesi, i «colleghi» svizzeri, recapitano le rogatorie per inchieste penali contro violazioni stradali. In Svizzera, infatti, per gli stranieri sfuggire al pagamento di una multa per eccesso di velocità comporta strascichi non certo simpatici. E così, per sollecitare i pagamenti, le autorità elvetiche spiegano agli automobilisti con il piede troppo svelto, che la legge, da loro, prevede per gli stranieri anche una soluzione estrema: il divieto di mettere il piede il Svizzera nei successivi cinque anni all'infrazione. Risultato? Scontato. A Milano, i non certo irreprensibili guidatori, assistiti da un avvocato, decidono di chiudere la pratica nello spazio di qualche giorno. Il tempo di avere gli estremi del conto bancario su cui fare confluire l'ammontare dell'ammenda. In termini pratici, una media tra i 500 e i 600 franchi svizzeri, poco più di duecentocinquanta euro. Un modo molto pratico per permettere all'erario, svizzero, di mettere le mani sulle sanzioni previste per le infrazioni.
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I metodi per combattere le violazioni dei limiti di velocità, oltre le Alpi, sembrano essere molto efficaci. In autostrada, infatti, può capitare in caso di eccesso di velocità certificata dall'autovelox, di essere convogliati a qualche centinaio di metri, in una coda. Al termine della quale, l'automobilista non proprio irreprensibile, si trova uno schieramento di poliziotti in mezzo alla strada a smistare il traffico. I responsabili della violazione vengono gentilmente fermati e, fotogramma alla mano, gli viene immediatamente contestata l'infrazione e la cifra da pagare. L'automobilista italiano deve avere la fortuna di portare con sè del contante o, ancora meglio, una carta di credito. Altrimenti sono dolori. Ma per coloro che sfuggono, inavvertitamente, all'immediata contestazione, i problemi proseguono anche tornando a casa. Il codice penale svizzero prevede pene massime fino ai tre anni. Nel giro di pochi mesi da quando l'autovelox ha immortalato l'automobilista nelle sue «performance», viene recapitato al Tribunale italiano competente per territorio, una richiesta di assistenza giudiziaria, per interrogare il titolare dell'automobile. Da qui parte la richiesta di versare, al più presto, il denaro richiesto. Altrimenti, le autorità elvetiche, spediscono il fascicolo al Tribunale. A questo punto si rischia una condanna fino a 3 anni di carcere e la pena accessoria il «divieto d'entrata» in Svizzera per un periodo di 5 anni per «motivi di ordine e sicurezza pubblici».