Ciao a tutti,
mi chiamo Francesco e sono di Roma. Sono approdato su questo forum casualmente (era il primo risultato che ha trovato google, altro che caso :P) un mesetto fa, cercando informazioni sull'hornet (ma guarda un pò -.-') visto che l'esame della patente si avvicinava (passato felicemente il 30/07) e dovevo documentarmi a dovere prima di buttarmi sull'acquisto (un'amica di vecchia data se la stava vendendo e nonostante l'occasionissima - 23000 km appena, il prezzo era di favore, ma è stata ferma per 3 anni :P). Non ero convinto se facesse davvero al caso mio, così, scartabellando un pò, mi sono fatto un'opinione.
Leggendo i post entusiasti di principianti che ci si trovavano bene, e leggendo anche quelli di bikers navigati con migliaia di chilometri sulle spalle che ne parlavano bene, mi sono convinto, e il 02 agosto l'ho comprata.
Bene, direte voi.
Appena presa l'ho portata immediatamente dal meccanico di fiducia, dato che c'erano alcune cosine da sistemare (la precedente proprietaria ci era caduta e poi non l'aveva mai più toccata, di conseguenza c'erano le ragnatele! :D), e dopo una quasi estenuante settimana di check up, ho preso definitivo contatto con questa favolosa moto.
Devo dire che come esordiente totale (salvo l'adolescenza passata sul motorino...degli altri, al massimo come passeggero e quasi mai come pilota, salvo un paio di anni in cui ho posseduto un cinquantino :P) ho avuto un primo impatto davvero particolare, quasi una scarica elettrica.
Quando sono salito in sella per la prima volta lei non mi ha dato molta confidenza, era piuttosto riottosa e scorbutica, sentiva l'adrenalina scorrere attraverso i miei piedi e soprattutto la paura serpeggiare sulla punta delle mie dita inesperte, così poco avvezze alla sensibilità del suo acceleratore. Dopo alcuni istanti di panico - malgrado l'apparente maneggevolezza era tosta a cambiare direzione, e soprattutto a cambiare marcia - dovuti soprattutto alla sua sfrenata voglia di lanciarsi al galoppo, abbiamo iniziato a familiarizzare, anche se lei poco gradiva l'indelicato e a tratti brutale tocco delle dita sui freni e sul cambio, e coglieva il minimo attimo di esitazione per cercare di disarcionarmi. Credo fosse perchè era piuttosto assetata, all'inizio.
Infatti, dopo averle dato modo di abbeverarsi a sazietà al primo distributore, mi ha subito dimostrato docilità, intuendo che ero davvero alle prime armi, ma che in fondo volevo trattarla con rispetto e attenzione. Una volta raggiunta la strada aperta e le distese di campi bruciati dal sole e sferzati dal vento (aka la salaria, ss4), placata la sete e sentendo il piacevole contatto con l'asfalto stradale, mi ha condotto sulla strada verso casa con semplicità e sicurezza, almeno finchè la strada non si è allargata. A quel punto il suo cuore ha iniziato ad accelerare i battiti, la vista di quella ampia distesa le aveva riacceso la voglia di correre, tuttavia ha avvertito che il vento mi stava sferzando con troppa irruenza, e rischiavo di venire disarcionato sul serio. Senza farselo chiedere, ha rallentato un pochino, frenando i suoi istinti, dandomi l'impressione che volesse darmi una possibilità procedendo a un'andatura più sostenibile per me. A quel punto siamo entrati in sintonia, e quasi di colpo l'ansia è svanita, lasciandomi una sensazione difficile da descrivere. Mentre percorrevamo gli ultimi chilometri di strada aperta, abbiamo sentito entrambi che poteva funzionare.
Così, entrati per la prima volta insieme nella cerchia cittadina, e procedendo a un trotto leggero, siamo rientrati a casa.
Il giorno successivo lo abbiamo passato prendendo maggiore confidenza l'uno con l'altra, e così il giorno seguente, complici numerose cavalcate sul lungotevere e i numerosi giretti usati come pretesto per conoscerci, abbiamo iniziato a ingranare. Ogni volta che ci mettevamo in strada lei mi faceva sentire che la velocità non è poi un ostacolo così insormontabile, e che se la trattavo con gentilezza poteva dimostrarmi quanto maneggevole e affidabile può essere, nonostante l'anima ardente che nasconde. E così è stato.
Passato il ferragosto, infatti, la sintonia è aumentata, qualcosa tra me e lei è passato, allacciando una rete le cui maglie si stanno facendo sempre più strette e salde, e da quel momento è stato come se avessimo battuto insieme la strada da sempre. Certo, ancora qualche incertezza rimane, perchè purtroppo Roma è una città di strade di frontiera, dove tutti pretendono ragione e cercano di tiranneggiare su tutti, ma il pensiero che mi lascia ogni volta che la parcheggio è sempre lo stesso.
Peccato non dover andare da qualche altra parte.
Credo che qualcosa dentro di me sia cambiato per sempre. Ogni sera tendo l'orecchio quando, dalla finestra, sento il rombo di un motore che si accende (e sotto casa mia, purtroppo, di moto ne sono parcheggiate parecchie), e passo notti agitate sperando che non le sia successo niente.
L'unica certezza è che stiamo diventando un'anima sola, e che finora mi sta regalando tante emozioni. E anche qualche spavento. Soprattutto spaventi, visto che qua guidano come pazzi. Chissà come mai non me ne sono mai accorto, quando giravo in macchina...
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