Ciao,
ancora non ci conosciamo, ma benvenuto su questo forum. Per prima cosa, una doverosa premessa: quello che ti è successo é capitato al 100% di tutti noi, quindi nessun senso di inferiorità o inadeguatezza. Tutti sappiamo come ci si sente in questa situazione, ma é essenziale non farne una tragedia e rimontare subito in sella! Come qualcuno giustissimamente ha scritto, se non lo farai rischi di privarti per sempre dell'immenso piacere di andare in moto.
Indipendentemente dai motivi che ti hanno portato a "baciare l'asfalto" - come dicono i bikers -, e che probabilmente sono relativi a problemi strutturali (gomme) o tecnico-dinamici (sovrasterzo o sbilanciamento), sappi che la caduta a bassa velocità sta alla moto come il rischio di ricevere un pugno sta al pugile... Diciamo che è inevitabile. Quindi, se la cosa risulta insopportabile, liberati quanto prima della moto e togliti il pensiero: ne guadagnerai in serenità e rilassatezza.
Scherzi a parte, in un caso del genere la cosa più sbagliata è drammatizzare l'accaduto o cercare a tutti i costi spiegazioni e motivi che hanno causato la caduta; semplicemente, essendo la moto un mezzo instabile per sua stessa natura, occasionalmente essa può decidere di andare per i fatti suoi, piantandoti allegramente in asso! Ecco perché è indispensabile mettersi alla guida in condizioni di massima sicurezza, utilizzando tutte le protezioni oggi disponibili per minimizzare il rischio di danni seri. Solo per portarti un esempio personale, ti dirò che a settembre, entrando in un parcheggio sito al di sotto del piano stradale - accessibile tramite una curva strettissima - ho sventuratamente appoggiato il mio VFR sul fianco sinistro, sgraffignando la carenatura in più punti. Se non avessi indossato calzature tecniche con placca laterale in kevlar, avrei potuto farmi davvero male (270 kg di moto sono pur sempre un bel peso!); ma essendo al contrario ben protetto me la sono cavata con uno sgradevole ematoma, oltre a qualche centinaio di euro di danni.
Un amico motociclista con 45 anni di pratica sulla gobba, è finito a terra come un pollo dinanzi a me per aver dimenticato di togliere il bloccasterzo alla sua Honda CB 750 d'epoca. Il caso ha voluto che picchiasse la testa dritto dritto sullo spigolo di un muro, e se non avesse indossato il casco, regolarmente allacciato, le conseguenze sarebbero potute essere assai più serie di quanto fortunatamente non sia avvenuto.
Il punto è che le motociclette, pesanti per loro natura, risultano difficilmente gestibili alle basse velocità, specie se cariche di bagagli o con un passeggero a bordo. Diciamo che si tratta di un inconveniente collaterale... In altre parole, di un rischio che è necessario accettare dal primo momento che si mette il culo sulla sella. Del resto, come spiegavo al figlio adolescente di un amico qualche tempo fa, proprio queste caratteristiche di pericolosità costituiscono - se ne sia o meno consapevoli - una delle attrattive che questi meravigliosi mezzi esercitano su di noi. La capricciosità di una bella donna rappresenta spesso una parte fondamentale del suo fascino, no? Quell'elemento imprevedibile, ingovernabile, incoercibile e selvaggio che aumenta a dismisura il suo charme.
Ammetto senza problemi di essere un estremista, un irriducibile radicale - per intenderci, se la moto fosse un fatto politico sarei senz'altro all'estrema sinistra od all'estrema destra, ma senz'altro non mai al centro! -, ma posso dirti che non ho mai amato tanto le mie bambine d'acciaio come quando si sono dimostrate un po' riottose (sia detto che ho collezionato diverse esperienze in merito).
Concludendo - ed augurandomi che tu possa risalire in sella quanto prima -, un minimo di fatalismo costituisce una dote assolutamente necessaria per godere appieno il piacere di cavalcare le due ruote. In fondo, se consideriamo quanti e quali pericoli la vita pone sulla nostra strada, forse il rischio maggiore non è davvero la nostra passione, no? Una vita senza moto sarebbe personalmente molto più insopportabile e vuota!
Lampsss
Piero