cari amici e non
,
visto che sta per finire il mondo e che non ho una mazza da fare (
) vi racconto dei miei cinque giorni in giro per le regioni dell'Italia del centro, solo soletto
.
itinerario Le idee erano quelle di viaggiare nel modo più spartano possibile, evitando confort, agi e soprattutto... rettilinei di autostrade e statali come la peste! Il risultato sono stati sei giorni faticosi, a volte impegnativi per le strade; caldi e sudati... ma la soddisfazione di essere tornato a casa per raccontarli è unica!
Per quanto riguarda i preparativi, ridotti all'osso, come i bagagli: controlli standard ai livelli, lavaggio ingrassaggio e tensionatura catena... pressione gomme... boh!? direi che basta così
(inorridiranno i puristi ma non mi sono portato neanche la sacca degli attrezzi).
Bagaglio unico, vale a dire zainetto northface fedele amico di tanti viaggi, 17 litri, contenente essenzialmente 5 cambi maglietta/slip ecc., un jeans, un costume da bagno, infradito, scarpe da ginnastica; poi cellulare e ricarica, un libro e una penna, spazzolino da denti, mappe rigorosamente cartacee (tomtom chi era costui?
).
Ho messo anche una felpa e la tutona antipioggia, ovviamente inutilizzate visto il caldo assolato di questi giorni. Col senno di poi... avrei risparmiato un sacco di spazio lasciandole a casa. A capirci, ecco un paio di foto della moto carica (notare l'inclinazione a zero gradi della targa visto i luoghi
forestali che andavo a visitare...
eccovi una descrizione approssimativa del giro che ho fatto:
il
primo giorno da Roma partenza il 6 mattina, passando per l'Appennino laziale e poi abruzzese sono sceso a Penne (provincia di Pescara) dove ho dormito nel retro dello sgabuzzino di un agriturismo!
La parte iniziale (tutta quella intorno ai laghi del Turano e del Salto) e quella finale (le strade dell'entroterra abruzzese) è stata impegnativa e faticosa per le strade, veramente malmesse e pericolose; quella centrale, dei passi della Forca e delle Capannelle, verso il lago di Campotosto, per intenderci, è stata molto bella, strade pulite, con tantissime curve e soprattutto questa sensazione... che mi accompagnerà per tutto il viaggio, di piacevole solitudine, di un mondo spopolato dalle persone ma con tanti altri esseri viventi e non a farti compagnia (a partire dalle mucche e dalle pecore che hanno la particolare abitudine di pascolare subito dietro le curve!
). Scherzi a parte, mi è capitato di fare decine e decine di chilometri senza incontrare anima viva. Il rombo della moto che risuona sulle pareti delle montagne, e basta.
Il
secondo giorno sono salito verso le Marche passando per la piana di Campo Imperatore, lago di Campotosto, Amatrice, Monti della Laga e Sibillini, fino a Camerino. Una giornata piacevole, ormai tranquillo dopo il rodaggio del primo giorno, in cui tra l'altro ho cominciato ad avere la conferma di un pensiero che poi mi accompagnerà per tutto il viaggio, e che cioè le persone, quando ti vedono solo, in sella alla moto, tendono subito ad avere un atteggiamento di solidarietà, quasi amichevole. Gente che si fermava per chiedermi se avevo bisogno di informazioni o indicazioni, che mi accompagnava per un pezzetto, negozianti che si offrivano di guardarmi la moto mentre mi allontanavo per due passi, albergatori che mi facevano parcheggiare nei loro posti privati... e tante altre situazioni potrei citare... in questi giorni non ho avuto il minimo screzio con chicchessia, mi sembra di aver trovato solo sorrisi e facce disponibili (forse si era sparsa la voce che ero il moderatore globale di hornet.it
)
il
terzo giorno mi sono fatto un mazzo tanto, ero pure affaticato per una cattiva notte di sonno e ho preso qualche rischio... stupidamente. da Camerino a Fabriano sono poi sceso per Gubbio e subito risalito, da Acqualagna una serie di curve con i controbaffi passando per Badia Tedalda fino al passo del Mandrioli e poi riscendendo a Bibbiena.
Il comitato di accoglienza composto da Grip Muttley e Pao passava a sequestrarmi verso le 20 e dopo avermi rimpinzato di cibo e vino toscano seguivano alcuni bicchierini della staffa con cui i due neomoderatori (Pao aveva dovuto cedere per un malanno al ginocchio che gli impediva di salire in auto
) mi davano la prova che avevamo fatto la scelta giusta.
E infatti il
quarto giorno con un itinerario especially crafted for prof by grip
era il più faticoso di tutti, e veramente impegnativo, magari fosse solo per il passo della Futa e pure per gli altri che ho fatto ma che non ricordo, piuttosto per le strade intorno ai laghi di Suviana e Brasimone, asfalto pieno di buche, dossi e brecciolino, sali e scendi continui... ho pensato... uhm... qui metto le chiappe per terra... e non come vorrei io...
A San Marcello Pistoiese ho deviato per Piteglio e poi Prataccia dove, dopo aver divorato uno stratosferico piatto di pappardelle al cinghiale ho fatto una delle strade più belle (anzi... per me la più bella) di questo motogiro, e cioè... malgrado il nome... la via della Forfora. Spettacolare! Ti sembra di guidare in mezzo alle rocce e agli alberi (qualcuno ho cercato pure di abbracciarlo
). Arrivato a Montecarlo di Lucca, mi sono fermato per dare un'occhiata reverente ai luoghi e alla casa in cui uno dei miei scrittori preferiti, il toscano Carlo Cassola, ha passato gli ultimi anni della sua vita.
Di lì, vado a dormire in un posto nel mezzo del nulla gestito da un perfetto tosco-albanese!
... Georghe, che mi stronca di chiacchiere e di vino rosso.
Il
quinto e ultimo giorno scendo per tutta la Toscana... e ricordando una dritta confidenziale soffiatami all'orecchio la sera prima dal buon Pao... la sosta a Castellina in Chianti è d'obbligo!
Quando vi entro, però, lo scenario è surreale. Ci sono solo alcuni anziani, seduti su delle panchine, con lo sguardo spento.
Mi avvicino e chiedo loro chi siano e dove sia la notoria movida castellinese.
Mi rispondono di essere ex motociclisti, anche loro indirizzati da Paolino a passare per quelle strade, dalle quali non erano più usciti, soffrendo inoltre di atroci dolori alle articolazioni e di un inspiegabile accorciamento del loro virgulto dell'amore.
Spaventato a morte mi rimetto in sella ed è tutta una cavalcata tra Chianti, Montalcino, Orcia, Tuscia... e poi casa.
Anche qui, campagna incredibilmente bella e poetica.
Ogni volta che ci passo mi dico che non è strano che i più grandi poeti e scrittori italiani siano di queste parti... avevano un materiale sotto gli occhi non da poco.
Considerazioni finali: cinque giorni, sei regioni (Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria, Emilia, Toscana), 1400 km, gran fatica ma anche grande soddisfazione, e tante immagini e tanti panorami negli occhi.
Purtroppo l'Italia potrebbe essere persino migliore, se le strade fossero tenute un tantino meglio, se per farti fare la ricevuta l'unico modo non fosse quello di pagare con la carta di credito (e comunque in 5 giorni ho speso 370 euro, 160 di agriturismi, 110 di benzina, 100 per mangiare), se non trovassi un velox dietro ogni angolo (speriamo bene... ma ne ho incrociati davvero centinaia).
La hornet è davvero un mulo. Ti porta dove vuoi tu, non si lamenta mai, consuma in modo ridicolo... grande compagna di viaggio, davvero! Sono contento di aver fatto questa esperienza, l'anno scorso avevo fatto qualcosa di simile, ma non con tutto questo movimento... Come dicevo a Renato, lo spazio sulla gomma che lui utilizza per scrivermi PROF, PIEGA! si è un pochino accorciato, ora dovrà mettersi gli occhiali per farlo, ma di certo non verrà mai azzerato. Sono sempre più convinto che la moto serva soprattutto a vivere le esperienze che vuoi tu, a modo tuo. Mettersi a fare confronti, paragoni, gare, è tanto stupido quanto inutile. Guidate la moto come vi viene, tranquillamente, in sicurezza, senza azzardi, anche se con il giusto desiderio di migliorarsi
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