Eccoci qua con l'ennesimo report ligure!
Oggi, un po' per colpa di impegni di alcuni ed un po' per il maltempo che ha scaricato gocce di pioggia nottetempo sulla nostra ridente regione, il gruppo ligure era ridotto ai minimi termini.
Ai nastri di partenza eravamo presenti soltanto io e Manuel (N3wVenom), un terzo losco figuro (il ragazzo con la ninja bianca per chi era presente alla guerra ligure-limbarda) aveva rinunciato ieri sera, salvo ricredersi circa 20 minuti dopo che noi eravamo partiti, chiamandomi proprio mentre, all'incirca, stavamo passando davanti a casa sua. Peccato che guidando non ho sentito il telefono, motivo per cui ho avuto sue notizie solo una volta giunto al passo di Centocroci (ma ormai era tardi).
Anche Giovanni (altro abituale partecipante ai giri liguri di Hornet.it pur avendo una z750) ha rinunciato nella notte, causa pioggia sulla città di Genova.
Per nulla intimoriti dall'impresa in semi-solitaria, nè dal cielo grigio e minaccioso, partiamo lungo il percorso previsto. L'andatura è stata necessariamente tranquilla, a causa dell'umidità che imperversava sull'asfalto.
La prima sosta è avvenuta proprio sul già citato passo di Centocroci, dove, tra un banco di nebbia e l'altro, abbiamo esplorato una sezione di un pilone di un generatore eolico in fase di costruzione (era ancora posto in orizzontale). Ridendo e scherzando abbiamo fatto arrivare un'ora adeguata per il pranzo e ci siamo quindi diretti verso Montevaccà, frazione di Bedonia, dove ci siamo concessi un pasto in trattoria.
Questo il menù:
- antipasto non ordinato (volevamo restare leggeri) ma nonostante ciò dalla cucina è giunto sul nostro tavolo un vassoio di quei buoni fagotti di pasta di pane fritta che avevano composto parte dell'antipasto al raduno del Mugello.
- la mia scelta per il primo è caduta su degli gnocchi al tartufo nero, mentre Manuel ha preferito un piatto di tagliatelle al sugo di funghi.
- di secondo, per me tagliata con rucola e grana, per Manuel spezzatino di cervo
- un caffè, una bottiglia di acqua minerale naturale
- hanno cercato in tutti i modi di offrirci del limoncino, ma abbiamo rifiutato perchè entrambi siamo dell'idea che se si guida non si beve
Sazi e satolli andiamo a pagare il conto ed il titolare, dopo aver fatto i dovuti calcoli esclama "prezzo motociclisti... 38 euro in tutto!... ma non lo volete un limoncino? è buonissimo!"
A questo punto partono i canonici 10 minuti di piacevole conversazione con l'oste, su moto, strade, controlli delle forze dell'ordine in quella zona.
A pancia piena risaliamo sulle nostre moto, proseguendo la salita verso il passo del Tomarlo, praticamente una pista stradale, con asfalto perfetto, strada larga, ampi tornantie e curve tecniche alternate a lunghi rettilinei... e missili sue due ruote che sfrecciavano (ma senza manovre azzardate verso chi come me non è un fulmine).
Dopo un'altra breve sosta in cima al passo del Tomarlo, scendiamo in val d'Aveto, verso Santo Stefano, dove purtroppo l'asfalto era in condizioni nettamente peggiori. L'andatura era così blanda e silenziosa che passiamo davanti ad una pattuglia dei Carabinieri che ci rimane quasi male di non averci sentiti arrivare e non averci potuto fermare. Entriamo in paese con la volonta di bere qualcosa, ma due gocce ci fanno ritenere che sia più prudente proseguire prima che il meteo possa peggiorare.
Accendiamo le moto in piazza ed all'incrocio i Carabinieri drizzano le orecchie e ci puntano. Infatti prima dello stop per immettersi sulla strada principale ci invitano ad accostare.
Il solito controllo dei documenti ed una rapida e circospetta occhiata alla moto di Manuel (la mia è tutta originale): con un dito scorre sotto una freccia posteriore per sentire il rilievo del simbolo di omologazione, uno scrollone alla targa per vedere se fosse ben fissata nella corretta posizione ed un rapido sguardo alla presenza del dbkiller sullo scarico.
Quindi ci rendono il tutto ringraziando e lasciandoci proseguire sulla nostra strada.
L'umidità in tanto aumentava, non pioveva ma le visiere si bagnavano, come tutte le parti delle moto e delle tute esposte all'aria frontale.
In queste condizioni raggiungiamo il passo della Forcella, dove, con l'inizio della discesa, è iniziata anche una fitta nebbia.
Con calma scendiamo fino al mare, raggiungiamo il lungomare di Chiavari dove ci godiamo il meritato riposto, allietato da una fresca brezza, al tavolino di un bar.
FotoLinkback: http://www.hornet.it/b30_racconti-viaggi-gite/t16574_12-giugno-2010-passo-centocroci-passo-tomarlo/