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letta così uno risponderebbe subito: "per nulla al mondo!". una volta però che ne approfondisci i pensieri emergono tante situazioni, che dividerei in due gruppi: irrazionali e non. l'attimo che porta all'irrazionale: bimbo solo che attraversa la strada e veicolo che soppraggiunge ad alta velocità; braccia che si muovono in mezzo al mare in cerca d'aiuto; ecc... quindi se l'attimo in cui si percepisce il pericolo di vita di un'altra persona questo non ci blocca, non si pensa alla nostra ma solo al salvare quella altrui e si agisce. in maniera razionale invece penso a tutto quello che è organizzato per la salvaguardia della vita altrui: elisoccorsi alpini, pompieri...
ce ne sarebbe un'altra di motivazione per cui ne varrebbe la pena, ma entriamo molto nel personale dove solo chi vive o ha vissuto determinate situazioni potrebbe capirne tutte le sfaccettature, ed è: la propria vita. paradosso il dare fine alla propria vita per salvare la stessa, ma se il destino ha portato al bivio e non ci sono alternative, io personalmente accetto condivido ed appoggio la via "più facile" piuttosto che la condanna alla sofferenza insostenibile fino all'ultimo dei nostri giorni, fisica o meno che sia. la mente ha dei limiti, essere obbligati ad oltrepassarli per presa di posizione di qualcun' altro è disumano, si costringe a non vivere nella piena coscienza di questo.