Ieri sera, dopo il viaggio di ritorno in moto dalla mia fabbrica, ero davanti al mio box, in attesa di fare la manovra di rientro.
Per un momento ho visto la mia Hornet...trasformatasi in un vecchio CB500 four...moto che avevamo da ragazzi, e che era la preferita dai gruppi di noi ventenni.
Parlo di circa 30 anni fa....!
Le moto avevano ed hanno un rombo unico..., le moto erano e sono mezzi di passione...le moto avevano (ed hanno) nell'immaginario collettivo un aspetto "demoniaco".
Essere motociclisti 30 anni fa...era come aver reso "pubblico" il fatto di essere un indemoniato, e che della tua vita non te ne importava nulla...significava essere un controcorrente, significava essere uno che non c'era con la testa....significava essere il vicino pericoloso!
Essere motociclisti 30 anni fa, voleva dire essere guasconi...essere liberi; significava non ascoltare mamma e papà (che non volevano mai...una moto) significava essere "belli e maledetti".
Essere motociclisti 30 anni fa significava aver fatto un patto col diavolo...e/o con la morte...e se ti andava bene.....col pronto soccorso.
Non si usavano nè caschi...non si usava l'abbigliamento tecnico, nè stivali, nè guanti...essere motociclisti significava essere dei temerari....un jeans e l'abbigliamento tecnico "più prossimo" era fatto di vera pelle...si la tua!
Si raccontavano le gesta dell'amico o del ragazzo di quartiere che le aveva suoante a questa o quella moto....su di una montagna con le lacrime agli occhi dal troppo vento...non si usavano manco gli occhiali da sole...erano altri tempi!
Le camicie, le t-shirt, i jeans (all'epoca i Roy-Rogers erano di mercato, i Fiorucci, gli intramontabili Levi's) erano "puzzolenti di scarico"...erano puzzolenti di miscela...di benzina...di olio.
I capelli erano torturati dal vento che insensibile... li stirava all'inverosimile.
Essere motociclisti 30 anni fa significava camminare con la moto dai freni a tamburo, con le gomme dalle capacità tecniche e dimensionali limitate...con la tasca vuota, i soldi erano merce rara, la benzina ancor di più...e con il volto sempre triste, diciamo "alla James Dean", si viveva la gioventù motociclistica, perchè tutti giorni era come scendere nell'arena dei motociclisti che correvano...e come al fronte....la sera si contavano al rientro...i superstiti da cadute e/o impicci di ogni tipo...si camminava senza omologazioni di marmitte, documenti, bolli, assicurazioni!
Essere motociclisti significava competere con : Laverda 750; Ducati Scrambler; Suzuki Gt (2 tempi) Kawasaki Z400 (veniva chiamata la moto della morte) Honda CB 400 four, CB500 four, le Benelli...Honda CBX500 (la cardanica) le Cagiva...poi comparve il cross: l'Aspes, il Fantic...il mitico KTM, Husquarna... poi i vari Califfone (il tubone) , i Malanca, Moto Morini, e tanto altro (le vespa truccate e tagliate...).....motorette e moto ma MOTO DA PASSIONE!
"Tutto era fatto" con un odore "di idrocarburi strani" e in una atmosfera indimenticabile.
Il garage era la nostra seconda casa....chiavi per le candele...spazzolina d'acciaio....marmitte straforate "con martello e chiodi" per avere i cv in più...sgratta il serbatoio, svernicia e ripitta tutto...si correva con gli amici tanto per sfidare il tempo e la velocità....ognuno di noi aveva assaggiato l'asfalto.
Esssere motociclisti significava essere "dei ribelli"...dei contro corrente...degli anarchici...ma in fondo eravamo solo dei bravi ragazzi!
E la moto "fatta del motore" tutto in acciaio/alluminio...grigio lucente....era l'ambitissimo oggetto dei "favolosi ribelli"...tutta da vivere...da mostrare...!
Bella, bellissima gioventù in moto.
E io ieri ricordavo questo fatto...ero fermo con la mia moto al minimo..e per un momento sono "rimbalzato" indietro nel tempo (come quei film Cold Case...si dice così?) di 30 anni...e mi sono ricordato di tutto questo...in un attimo.
E ricordo gli amici di moto...qualcuno persosi tra vizi e stravizi, inghiottito dalla corsa al denaro,....qualcuno che ha donato al figlio questa passione e qualcuno il cui figlio non c'è più...ed è purtroppo in cielo con la sua moto e il papà che "non sa guarire" da questo scrupolo di coscienza;
Penso al mio ultimo amico che è in terapia intensiva per una banale caduta, e se gli va bene camminerà con le stampelle...e mi chiederò ancora per tutta la mia vita...quanto sia amore o incoscienza la moto...ma mi do sempre questa risposta:
SONO STATO LIBERO E MI SENTO LIBERO SOLO IN MOTO, anche oggi che prendo 6 pillole al giorno per la salute...io ciò la pillola (maledetta) per la moto, la pillola per l'equilibrio...pensa te...!
Ed allora come 30 anni fa ieri...mi sono sentito libero...come una fumata di sigaretta unica in riva ad un fiume...ho pensato a quanto un banale mezzo su due ruote possa darti questa sensazione di libertà...e come io abbia ricordato i miei 20 anni grazie ad una moto!
Ho visto la mia moto,ieri, come lo strumento per avere sempre e di nuovo 20 anni...e come l'unico (strumento) che io ricordi che mi abbia dato "fedele" sintomo di libertà...aldilà delle omologazioni sociali, del conto corrente (mai sufficiente) delle responsabilità di capo famiglia e di manager del lavoro...di condomino modello e di cittadino pagatasse e senza opinioni davvero libere, chinato all'essere uno dei tanti...!
Solo lei la moto..potrà darmi gioia..... ma mi ha dato anche dolori (me li ha già dati) ma erano dolori reali e visibili, ferite vere,....e molto spesso (invece) hai altri tipi di dolori, in una vita in cui non cadi mai, ma in cui ci sono stampelle e ingessature "trasparenti" e che durano molto di più.....a volte anche tutta una vita!Ecco perchè avere una moto significa "appartenenza"..significa essere uomini con caratteristiche diverse...io mi fido di un motociclista e di un camionista...non degli "uomini" omologati in auto!
Ed allora penso a quei "belli e maledetti" che eravamo...alla fine oggi realizzo che forse eravamo i migliori....giovani uomini liberi, ribelli ed onesti....!
Certo, lo so, questo sarà un monologo...ma lo affido al web....da un forum di moto!
Ciao belli!
Dedicato a chi soffre...per una moto...o per le cadute senza moto.
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